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19 Giu 2018

Fondi UE per l’Agricoltura: la Sicilia tra le prime regioni d’Italia nella spesa del PSR

Si sono appena conclusi a Catania, presso il Monastero dei Benedettini, i lavori del Comitato di Sorveglianza del PSR 2014 – 2020 (Programma di Sviluppo Rurale) che si è confrontato sullo stato di attuazione del Programma ad oggi, con la Commissione Europea e con i referenti istituzionali e regionali: Ministero per le Politiche Agricole, Ministero dell’Economia, Ministero dell’Ambiente, MIUR, Agea, e i rappresentanti del partenariato.

Ad aprire i lavori l’assessore Bandiera e a seguire i saluti istituzionali del Pro Rettore dell’Università di Catania, professore Magnano e del Vice Prefetto di Catania Anna Maria Mocea.

L’Assessore per l’Agricoltura, Edy Bandiera, che ha presieduto il Comitato si è dichiarato soddisfatto dei progressi compiuti dal programma per il quale sono in corso delle procedure di modifica ed integrazione di alcune misure, frutto anche del confronto con il partenariato pubblico-privato.

Apprezzamento anche da parte della Commissione Europea sui progressi compiuti e sui livelli di spesa raggiunti. Il Commissario della DG Agri, Leonardo Nicolia, ha dichiarato in sede di Comitato che la media della spesa del PSR in Europa è del 28%, in Italia è del 18% mentre la Sicilia ha raggiunto il 21%.

Esprimono apprezzamento anche il Ministero dell’Economia, il Ministero dell’ Ambiente e la Confagricoltura. L’originaria dotazione finanziaria complessiva del PSR Sicilia 2014/2020 era pari ad euro 2.212.747.107,44. A seguito della rimodulazione finanziaria effettuata nel 2017 per il cosiddetto trasferimento di solidarietà a favore dei PSR delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, duramente colpite dagli eventi sismici verificatisi a partire dall’agosto 2016, la dotazione finanziaria complessiva del PSR Sicilia 2014/2020 è scesa ad euro 2.184.171.900,83.

Stimolare la competitività del settore agricolo, realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, compresi la creazione e il mantenimento di posti di lavoro e garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e le azioni per il clima, sono questi i macro obiettivi contenuti nel Programma, e realizzati attraverso Misure e Sottomisure.

Nel dettaglio, sono 46 i bandi emanati al 2018 (esattamente al 30 aprile) per un totale di risorse poste a bando pari a euro € 1.221.183.262,99 ma entro l’ anno saranno esitati ulteriori 18 bandi. La spesa pubblica raggiunta ad oggi, di € 441.825.166,91 pone dunque la Sicilia tra le prime regioni d’Italia in linea con le migliori performance nazionali. Ciò ha consentito di superare l’obiettivo di spesa fissato per il 2018.

“Siamo di fronte ad una Sicilia che esce a testa alta dal Comitato di Sorveglianza – afferma Bandiera a lavori ultimati – Molto spesso per luoghi comuni si pensa che non siamo capaci di spendere i fondi comunitari, mentre oggi abbiamo avuto l’attestazione, anche da parte del membro della Commissione Europea, che la Sicilia è tra le prime regioni italiane in fatto di Programma di Sviluppo Rurale speso. Un attestazione importante del lavoro svolto, al quale come Governo regionale stiamo imprimendo una forte accelerazione. Vogliamo consegnare ai siciliani un’agricoltura moderna, eccellente e pronta a cogliere e a vincere le sfide presenti e future”.

Articolo tratto da IlSicilia.it

13 Giu 2018

Agricoltura, 5000 giovani bloccati da burocrazia Sicilia. Coldiretti: “Ferme le richieste per avviare un’azienda”

L’allarme: rimpallo di responsabilità fra Regione e Agea. “Si attendono ancora i pagamenti degli anni scorsi”.

Sono 4.600 i giovani che hanno presentato la richiesta di “insediamento” che dall’anno scorso aspettano ancora di sapere se potranno o no avviare la propria azienda in Sicilia. E’ la denuncia di Coldiretti Sicilia riguardo “l’andamento lento” del Programma di sviluppo rurale che da trampolino di crescita si sta trasformando in un labirinto burocratico. Si tratta di milioni di euro che potrebbero davvero costituire la svolta per gli under 40 – sottolinea ancora Coldiretti. La misura 6.1, però, non è la sola a rimanere senza risposte: “ancora più eclatante” è la 4.1 (sostegno agli investimenti alle aziende agricole) il cui iter è partito il 14 dicembre 2016 con la pubblicazione del bando e ad oggi la graduatoria è ancora provvisoria: si tratta di altri 100 milioni di euro messi a bando “che rimangono parcheggiati”, denuncia Coldiretti Sicilia, che aggiunge: altri 224 milioni sono fermi sulle misura 10 (pagamenti agro-climatico-ambientali). Ma “il piatto forte dell’inefficienza della macchina burocratica” riguarda la misura 11 (agricoltura biologica) con una dotazione finanziaria iniziale di 417 milioni.
Ad oggi per il bando per il 2015 è stato pagato circa il 50 per cento dei produttori ma sola prima annualità e cioè il 2015. In sostanza, non sono stati dati neanche i tutti i soldi del cosiddetto trascinamento e cioè quelli spettanti per gli anni scorsi. Intanto si rimpallano le responsabilità tra Regione e Agea. Tanti interrogativi riguardano anche la concertazione su altri temi emergenti del settore come per esempio l’Ocm vino. Nonostante l’incontro in assessorato, in cui tutte le parti hanno indicato le azioni da mettere in campo, ci si è ritrovati con un bando che non risponde alle esigenze del territorio. Infine, è passato un anno dagli incendi che hanno devastato l’Isola, “ma manca ancora un piano particolareggiato di difesa dell’ambiente e del territorio”. Di fronte a queste situazioni Coldiretti lancia ancora una volta l’allarme sulle conseguenze che i ritardi possono determinare. Domani, durante l’incontro dei quadri dirigenti della Sicilia, che si svolgerà a Palermo, saranno approfondite le azioni da mettere in campo per la tutela degli imprenditori agricoli.

Articolo tratto da Repubblica.it

30 Gen 2018

Agricoltura in ginocchio, senza piogge sono guai: chiesto lo stato di crisi

Attorno ad un tavolo si sono seduti i sindaci dei comuni più colpiti, gli invasi sono vuoti.

Abbiamo chiesto alla Regione – ha detto il sindaco di Bivona, Cinà   l’attivazione dell’unità di crisi per far fronte alla grave situazione irrigua delle campagne visto che si prevede nei prossimi mesi un problema serio siccità che mette a rischio piante e prodotti agricoli mentre le dighe sono già quasi vuote”. Secondo quanto riferisce l’edizione odierna del Giornale di Sicilia, in emergenza sono i comuni di: Caltabellotta, Calamonaci, Burgio, Villafranca Sicula e Bivona. “Abbiamo sollecitato – aggiunge il sindaco di Bivona – la razionalizzazione delle attuali risorse idriche, l’erogazione dell’acqua attraverso l’adduttore dalla traversa di Gammauta alla diga Castello, la possibilità di fare irrigazione di soccorso. Un tavolo tecnico con i sindaci dei Comuni in emergenza, ma anche i rappresentati delle organizzazioni professionali agricole, tutti preoccupati per le scarse risorse idriche presenti negli invasi. Sono state chieste delle risposte entro pochi giorni.

Articolo tratto da AgrigentoNotizie.it

09 Gen 2018

Agricoltura: in Sicilia è allarme prezzi, ortofrutta ai minimi storici

Palermo, 16 gen. (AdnKronos) – Crollano i prezzi di frutta e verdura in Sicilia. A lanciare l’allarme è l’assessore regionale al ramo Edy Bandiera al termine di un incontro con il sindaco di Vittoria (Ragusa) Giovanni Moscato e alcuni movimenti di agricoltori ortofrutticoli siciliani. All’origine del crollo dei prezzi, le alte temperature in serra che da un lato hanno accelerato la maturazione di frutta e verdura, con la conseguenza che sui mercati si sono riversati una grande quantità di prodotti, dall’altro hanno fortemente limitato il consumo di prodotti tipicamente invernali. A questo si somma l’import di frutta e verdura, a basso costo, proveniente da altri Paesi.

Il problema interessa un po’ tutte le specie ortofrutticole del periodo, dalle melanzane e cetrioli, che si vendono a 15 o 20 centesimi, ai carciofi. “Raccolto il grido d’allarme -sottolinea Bandiera- stiamo agendo su due fronti paralleli: da un lato attraverso la grande distribuzione con la quale abbiamo immediatamente avviato un’interlocuzione al fine di trovare un’intesa che possa stimolare i consumi e limitare la stagnazione del mercato che si registra post feste natalizie, dall’altro alzando il livello di attenzione e dei controlli sui prodotti in entrata”.

Tratto da LiberoQuotidiano.it