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29 Giu 2018

Con Deepfield Connect l’agricoltura si fa smart

L’agricoltura di oggi si trova di fronte a grandi sfide, in primis per quanto riguarda qualità ed efficienza. In questo contesto, Deepfield Robotics è una start-up della multinazionale tedesca Robert Bosch, che ha l’obiettivo di ottimizzare i processi produttivi sfruttando il Cloud di Bosch e i sensori connessi. Da tempo, infatti, la casa madre (già fornitrice di componenti per il settore agricolo) ha messo la digitalizzazione a servizio delle aziende in campo aperto e nelle serre e ora, con questa fascia di prodotti “smart farming”, intende approcciare il mercato italiano.

“La serie Deepfield Connect è composta da sistemi di misurazione integrati che contribuiscono a incrementare le quantità prodotte senza rinunciare alla qualità – spiega a Italiafruit News Mauro Bregolato, business development manager Italy – A questo scopo, appositi sensori tengono monitorati in prossimità della coltura alcuni parametri microclimatici, quali temperatura e umidità, per ottenere indicazioni su probabili malattie, funghi, gelo, surriscaldamento o, anche, per facilitare la gestione dei teli di copertura in serra”.

I valori misurati sono trasmessi tramite il Cloud Bosch a un’app installata sullo smartphone dell’agricoltore, il quale ha così sotto controllo in ogni momento tutti i suoi appezzamenti. Il sistema, poi, è in grado di controllare il livello di umidità del terreno e di inviare un allarme, nel caso fossero rilevati valori anomali.

“Tutto ciò permette di garantire qualità e rese, oltre che di ridurre al minimo i costi di produzione e di impiegare le risorse con efficienza – prosegue Bregolato – Abbiamo iniziato dal controllo di fragole e asparagi, dove la temperatura influenza ritmi di crescita e livelli qualitativi, poi ci siamo progressivamente dedicati, sempre con successo, ad altra frutta e verdura”.

Il sistema Asparagus Monitoring è la prima soluzione IoT di Bosch per il settore agricolo e ha già dato risultati positivi in centinaia di applicazioni, soprattutto in Germania. il sistema Deepfield Connect Field Monitoring è stato sviluppato per i piccoli frutti, gli ortaggi e le colture protette. Anche in questo caso i dati misurati in campo sono visualizzabili in tempo reale nello smartphone del produttore.

Ma ci sono buone notizie anche sul fronte dei finanziamenti. “I nostri sistemi rientrano nei Programma di sviluppo rurale 2014-2020 di molte Regioni. Per esempio, nel Psr della Regione Emilia Romagna i Field Monitoring rientrano nella Misura 4, tipo di operazione 4.1.03-Invasi e reti di distribuzione collettiva, che risponde direttamente al fabbisogno F18-Aumentare l’efficienza delle risorse idriche. Ma sono riconducibili anche alla Misura 16 Innovazione, per lo sviluppo nell’adozione di nuove tecnologie”.

Articolo tratto da ItaliaFruits.net

 

 

 

05 Feb 2018

Datterino africano in vendita nella patria del pomodorino, la rabbia del produttore: «Così falliremo»

Sos da Pachino dopo il caso degli ortaggi provenienti dal Camerun: «A stento recuperiamo le spese. Invito i ministri in campagna, così capiranno».

«Sin da piccolo – dice Paolo – mio padre mi portava in campagna. Mi piaceva fare dei piccoli lavoretti. Da bambino sono rimasto affascinato da questo mondo e subito dopo il diploma, invece di andare a fare il cameriere a Marzamemi, ho preferito cercare lavoro in campagna». E così è stato.

«Ho cominciato a lavorare – racconta – per i miei cugini che hanno un azienda. Da luglio 2011 fino al 2016 ho lavorato con loro. A giornata. Io sono un tipo che sa fare economia, quindi ho messo qualcosa da parte perché avevo voglia di mettermi in proprio. Così due anni fa ho cominciato affittando qualche terreno per poi lavorarlo. Da allora cerco di crescere e farmi una posizione. Però troppo spesso in campagna tu puoi anche lavorare bene, anche produrre il frutto buono, ma poi è facile capire cosa succede: ieri ho portato al mercato 1.000 kg di ciliegino. Il prezzo era di 60 o 70 centesimi. Senza provvigione. Sa che vuole dire? Che sto lavorando per cercare di recuperare le spese. Senza guadagno. Io ieri ho raccolto il pomodoro. Il prossimo raccolto posso prenderlo fra 15/20 giorni, meteo permettendo. E i soldi del venduto di ieri li vedrò tra 25 giorni».

Il pomodoro datterino proveniente dal Camerun in vendita in un supermarket a Pachino

 

Paolo non è il solo in questa guerra contro il pomodoro contraffatto, contro i mercati, contro “nemici” di cui non conoscono il volto. «Mi fa girare la scatole – dice Paolo – tutta questa situazione. Non so come difendermi. Non sappiamo come difenderci e da chi difenderci. L’unica cosa che possiamo fare noi è trattare bene le piante. Se viene una tromba d’aria o il vento o il gelo, speriamo che vada tutto bene. Produciamo a casa nostra, acquistiamo materiale da aziende di casa nostra, ma poi ti vedi il pomodoro di altri sotto casa tua. Ti fa rabbia».

Il dramma per i piccoli imprenditori è che per affrontare ogni campagna hanno bisogno di liquidità. Senza soldi niente piantine, plastica, concime o altro. Il raccolto, alla situazione attuale, sta andando in perdita. Chi rischia di uinvestire altri risparmi a queste condizioni? «Se continuiamo così – dice Pennisi – molte piccole aziende chiuderanno. Non stiamo parlando dei grossi, che possono affrontare spese. Se io quest’anno non metto niente da parte, non posso affrontare la prossima stagione. Poi un grido che si perderà nel vuoto. «Lo ospiterei volentieri in campagna un qualsiasi ministro del nostro governo per fargli vedere la vita che facciamo. Non adesso, ma in estate. Questo è il lavoro nostro. Questo succede quando scrivono accordi o fanno leggi. Il pomodoro resta sulla pianta. E io devo cercarmi un altro lavoro».

Articolo tratto da LaSicilia.it

09 Gen 2018

Agricoltura: in Sicilia è allarme prezzi, ortofrutta ai minimi storici

Palermo, 16 gen. (AdnKronos) – Crollano i prezzi di frutta e verdura in Sicilia. A lanciare l’allarme è l’assessore regionale al ramo Edy Bandiera al termine di un incontro con il sindaco di Vittoria (Ragusa) Giovanni Moscato e alcuni movimenti di agricoltori ortofrutticoli siciliani. All’origine del crollo dei prezzi, le alte temperature in serra che da un lato hanno accelerato la maturazione di frutta e verdura, con la conseguenza che sui mercati si sono riversati una grande quantità di prodotti, dall’altro hanno fortemente limitato il consumo di prodotti tipicamente invernali. A questo si somma l’import di frutta e verdura, a basso costo, proveniente da altri Paesi.

Il problema interessa un po’ tutte le specie ortofrutticole del periodo, dalle melanzane e cetrioli, che si vendono a 15 o 20 centesimi, ai carciofi. “Raccolto il grido d’allarme -sottolinea Bandiera- stiamo agendo su due fronti paralleli: da un lato attraverso la grande distribuzione con la quale abbiamo immediatamente avviato un’interlocuzione al fine di trovare un’intesa che possa stimolare i consumi e limitare la stagnazione del mercato che si registra post feste natalizie, dall’altro alzando il livello di attenzione e dei controlli sui prodotti in entrata”.

Tratto da LiberoQuotidiano.it