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09 Dic 2018

Agricoltura: Fondi per l’innovazione

Natalino Ventrella illustra la misura promossa dal MISE

ll Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) intende sostenere progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nei settori applicativi della Strategia nazionale di specializzazione intelligente relativi a “Fabbrica intelligente”, “Agrifood” e “Scienze della vita” al fine di valorizzare l’innovazione e la collaborazione tra imprese, centri e organismi di ricerca.

Tra i settori applicativi rientrano, a titolo di esempio, tecnologie alimentari, packaging, riduzione degli scarti (Agrifood), eHealth, biotecnologie (Scienze della Vita), sistemi produttivi per la produzione personalizzata, management per sistemi produttivi di prossima generazione (Fabbrica Intelligente).

 

Chi sono i beneficiari?

Possono accedere alle agevolazioni le imprese di qualsiasi dimensione che esercitino attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e i centri di ricerca. I soggetti di cui sopra possono presentare progetti anche congiuntamente tra loro (fino ad un massimo di 3 co-proponenti per i progetti con procedura a sportello e 5 co-proponenti per i progetti con procedura negoziale). In tal caso possono beneficiare delle agevolazioni anche gli Organismi di ricerca e, limitatamente ai progetti relativi al settore “Agrifood”, anche le imprese agricole.

Come funziona?

A seconda dell’entità dell’investimento dell’azienda, l’intervento agevolativo può essere attuato tramite due differenti procedure:

1) Procedura valutativa a sportello. I progetti devono presentare le seguenti caratteristiche: prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a euro 800.000,00 e non superiori a euro 5.000.000,00; essere realizzati nell’ambito di unità locali ubicate nelle Regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e/o nelle Regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna); essere realizzati nell’ambito delle aree tecnologiche “Fabbrica intelligente” e “Agrifood”. I progetti di cui sopra possono essere realizzati, per una quota non superiore al 35% del totale dei costi ammissibili, in una o più unità locali ubicate nelle aree nelle Regioni più sviluppate.

Le agevolazioni sono concesse nella forma del finanziamento agevolato per una percentuale pari al 20% delle spese e nella forma del contributo a fondo perduto per una percentuale dei costi articolata come segue: Ricerca industriale (60% per le imprese di micro e piccola dimensione; 50% per le imprese di media dimensione; 40% per le imprese di grande dimensione); Sviluppo sperimentale (35% per le imprese di micro e piccola dimensione; 25% per le imprese di media dimensione; 15% per le imprese di grande dimensione).

2) Procedura valutativa negoziale. I progetti devono presentare le seguenti caratteristiche: prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a euro 5.000.000,00 e non superiori a euro 40.000.000,00; essere realizzati nel territorio nazionale (qualsiasi Regione); afferire alle aree tecnologiche “Fabbrica intelligente”, “Agrifood” e “Scienze della Vita”; prevedere la stipula di Accordi per l’innovazione, sottoscritti dal Ministero, dal soggetto proponente, dalle regioni, dalle province autonome e dalle altre amministrazioni pubbliche interessate.

Le agevolazioni sono concesse nella forma del contributo a fondo perduto, eventualmente integrato dal finanziamento agevolato, per un importo definito nell’ambito della fase di negoziazione.

Le tempistiche

Per la procedura valutativa a sportello le domande dovranno essere presentate a partire dal 22 gennaio 2019; mentre per la procedura valutativa negoziale possono essere sempre presentate fino ad esaurimento fondi.

Per info scrivete a nataleventrella@gmail.com.

Natalino Ventrella

 

Articolo tratto da Turiweb.it

10 Lug 2018

Voucher: Centinaio, torna un po’ di legalità in agricoltura

(ANSA) – ROMA – “I voucher danno la possibilità di far tornare un po’ di legalità all’interno del mondo dell’agricoltura”. Lo ha detto il Ministro per le Politiche agricole, Gian Marco Centinaio intervistato da Sky 24, nel precisare che “l’idea di introdurli è venuta al sottoscritto dopo un confronto con alcuni colleghi della Lega e del M5S”.

“I voucher come erano strutturati non piacciono a nessuna parte, – ha detto Centinaio – l’idea è di farli in modo diverso, ossia evitando che ci siano distorsioni e abusi nel loro uso; al momento dell’emissione devono indicare il nome della persona che ne beneficerà e la data; prima questo non succedeva e i voucher venivano utilizzati random da persone birbanti per non dire ladri; la nostra è una proposta di miglioramento dell’utilizzo, più moderno, tanto che anche i colleghi del turismo li vorrebbero”. Il Ministro ha aggiunto, infine che “si tratta di uno strumento rintracciabilità del lavoro che piace a tutti, dalle associazioni di categoria dell’agricoltura, ai datori di lavoro, ai lavoratori, al presidente dell’Inps Boeri; solamente la Cgil ha detto che Centinaio è un cattivone. Secondo una stima della Coldiretti con l’introduzione dei nuovi voucher in agricoltura si legalizzerebbe 50mila posti di lavoro stagionali”.(ANSA).

Articolo tratto da GdS.it

Vedi anche http://gds.it/2018/07/11/dl-dignita-di-maio-ok-voucher-agricoltura-e-turismo_883548/

16 Mag 2018

Italiani sempre più hobby farmers

Dal rapporto Coldiretti/Ixè emerge che sei cittadini su dieci prediligono la cura della terra. Comagarden: “Rispetto al 2017 le vendite di attrezzi da giardino aumentano”.

Sei cittadini su dieci del Bel Paese (63%) trascorrono il proprio tempo libero con la zappa in mano dedicandolo alla cura di ortaggi, verdure, piante, fiori in vaso o in terra, sia presso giardini che anche su balconi e terrazzi. Sono questi i risultati che emergono da uno studio condotto da Coldiretti/Ixè intitolato “Italiani popolo di hobby farmers” che è stato recentemente presentato a Bari in occasione della manifestazione #stocoicontadini.
Quello che in passato sembrava essere un passatempo riservato solo agli anziani o a coloro che avessero cessato la propria attività lavorativa, raggiunta la tanto agognata pensione, si scopre essere oggi invece un trend in continua crescita.
Sempre più persone in età lavorativa e sempre più giovani si appassionano alla cura della terra nonostante l’assenza di studi e competenze tecniche del settore.
 
Secondo Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, l’assenza di conoscenze e competenze è oggi presto colmata con il passaparola e con le pubblicazioni specializzate ed è ulteriormente favorita dalla nascita della nuova figura del “tutor dell’orto” che ad esempio la rete degli orti urbani di Campagna amica mette a disposizione.
“Gli italiani si dedicano al lavoro della terra in proprietà private, ma anche nei terreni pubblici o nelle aziende agricole con un comune denominatore che è la passione per il lavoro all’aria aperta, la voglia di vedere crescere qualche cosa di proprio, il gusto di mangiare e offrire a familiari e amici prodotti freschi, genuini e di stagione, ma anche in alcuni casi di risparmiare senza rinunciare alla qualità” afferma Moncalvo.
La diffusione di questo fenomeno è del tutto trasversale tra fasce di età, distinzione di genere e territori di residenza.
Ben un milione e duecentomila giovani italiani coltivano almeno un ettaro di terreno a uso familiare o come piccolo reddito integrativo e possono secondo Nomisma definirsi piccoli agricoltori hobbisti; secondo Coldiretti si tratta in larga maggioranza di famiglie che hanno ereditato pezzi di terreno o aziende da genitori e parenti per i quali hanno deciso di mantenere la proprietà per “reinventarsi” nel ruolo di coltivatori e allevatori piuttosto che venderli o peggio ancora lasciarli al totale abbandono come accadeva spesso in passato.
 
Il boom degli hobby farmers ha importanti effetti sul mercato e sull’occupazione.
Secondo i dati diffusi da Comagarden le vendite di macchinari per il giardinaggio nel solo 2017 hanno registrato un incremento delle vendite pari al 7,3% per i trattori di piccole dimensioni e addirittura del 18,5% per i rasaerba robotizzati.
Ancor più interessante il discorso delle serre e dei vivai dove gli italiani a inizio stagione vanno a rifornirsi di piante e fiori facendo “volare” un settore che in Italia vale complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e conta 100mila addetti in 27mila aziende impegnate nella coltivazione di oltre 2.000 specie vegetali.
Non è un caso isolato quindi trovare anche in Sicilia tanti hobby farmers in giacca e cravatta durante la settimana e con le mani sporche di terra nel week end; i casi non mancano si va dal dipendente di banca produttore di miele a Zafferana etnea, dall’affermato costruttore edile Mimmo Costanzo che investe nel restauro di un palmento e nella produzione di vini Etna Doc, all’apprezzatissimo ristoratore catanese Andrea Graziano che sempre sull’Etna apre una vera e propria “farm” per la coltivazione di materia prima da utilizzare nei propri ristoranti.
Una passione che ha contagiato anche Vip che producono e vendono prodotti di qualità; si va da Sting alla Nannini, da Zucchero ad Al Bano, da Bocelli, a Ferragamo, da Cavalli a Renzo Rosso, da Jarno Trulli a Andrea Pirlo, da Francesco Moser a Massimo D’Alema fino a Renato Brunetta e Bruno Vespa; questi sono solo alcuni dei nomi famosi che hanno investito tempo e denaro in aziende agricole parallelamente alla loro principale attività lavorativa.
Articolo tratto da Qds.it

 

05 Mag 2018

Landsupport: uno strumento per aiutare le decisioni critiche nell’agricoltura 4.0

Una applicazione web rivoluzionaria che nasce dalla ricerca scientifica come strumento al servizio di una agricoltura innovativa, di una intelligente pianificazione del territorio e di uno sviluppo del turismo ecosostenibile in Europa. Sono queste le ambizioni di Landsupport, un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di un bando “Horizon 2020” che sarà sviluppato nell’arco di tre anni e mezzo.

A coordinare il cammino sarà il CRISP (Centro di Ricerca Interdipartimentale dell’Università di Napoli Federico II). Il progetto – che sarà presentato il 30 e 31 maggio alla Reggia di Portici (NA), sede del CRISP, in un evento internazionale a cui prenderanno parte tutti i partner – coinvolge CNR, Ispra, Università Statale di Milano, Regione Campania ed Ariespace Srl con strutture omologhe da Austria, Ungheria, Spagna, Germania, Slovenia, Belgio, Francia, Libano e Malesia.

Landsupport, in sintesi, sarà uno strumento di supporto alle decisioni di politici e amministratori a livello europeo, nazionale e locale, per prendere decisioni informate sulla gestione del suolo e del territorio, anche in ottemperanza alle numerose e complesse direttive comunitarie. Un complesso sistema informatico, basandosi su modelli di simulazione dinamici, consentirà via web agli utenti di ottenere risposte a problematiche di pianificazione, gestione, fruizione del territorio ed analisi di scenario.

Landsupport, dal punto di vista tecnico, è un contenitore di 15 famiglie di tool, su agricoltura, pianificazione e turismo ecosostenibile, sviluppati dai ricercatori del partenariato internazionale.

Innovative, in particolare, le potenzialità dello strumento in agricoltura. Tramite smarthphone l’utente potrà conoscere i parametri relativi alla pianta ed al suolo e caricare i propri dati certificati contribuendo a migliorare la qualità delle risposte specifiche che Landsupport fornirà a ciascun utente su irrigazione, fertilizzazione, raccolta e potenziale insorgenza di agenti patogeni. Tutto ciò reso possibile grazie alla tecnologia FMIS (Farm Management Information System), una delle frontiere innovative dell’agricoltura 4.0. (smart o digital Agriculture).

Allo stesso modo il pianificatore territoriale, nell’ottica di diminuire il consumo di suolo e meglio gestire il territorio, potrà selezionare una o più porzioni di territorio ed ottenere informazioni su tassi della copertura ed impermeabilizzazionesprawl (dispersione insediativa) e compattezza degli insediamenti, frammentazione del territorio rurale, qualità dell’uso dei suoli nel tempo.

Le informazioni così ottenute dovrebbero supportare decisori, amministratori e tecnici in scelte più consapevoli, per preservare corridoi ecologici e mitigare l’impatto dell’uso del suolo.

Una famiglia di tool sarà inoltre dedicata al turismo ecosostenibile ed alla fruizione culturale, estetica e ricreativa del territorio. Landsuport fornirà dati, informazioni e mappe di tipicità enogastronomiche, di sentieri pedonali e percorsi ciclabili, di punti panoramici e del patrimonio artistico e storico.

Articolo tratto da Greenews.it

04 Mag 2018

Agricoltura: un piano rurale per la Sicilia, dibattito all’Ars organizzato dal M5S

Individuare una exit strategy alla crisi degli agricoltori siciliani, puntando sulla promozione e salvaguardia delle produzione locali. Lunedì 7 maggio dalle 9 alle 13 convegno a palazzo dei Normanni

Agricoltura: un piano rurale per la Sicilia, dibattito all’Ars organizzato dal M5S
Individuare una exit strategy alla crisi degli agricoltori siciliani, puntando sulla promozione e salvaguardia delle produzione locali, sulla biodiversità e sulla gestione etica della terra. E’ l’obiettivo del convegno “Un piano rurale siciliano per far rinascere la nostra agricoltura”, organizzato dal M5S e in programma lunedì 7 maggio, dalle 9 alle 13, nella sala Piersanti Mattarella di palazzo dei Normanni, a Palermo.

All’incontro partecipano l’eurodeputato del M5S, Ignazio Corrao, la deputata regionale del M5S e vice presidente della commissione Ambiente dell’Ars, Valentina Palmeri, la deputata regionale e vice presidente della commissione Attività produttive dell’Ars Angela Foti e l’agronomo Guido Bissanti, saggista ed esperto in materia di sviluppo sostenibile e agricoltura umanistica. Sarà presente anche l’assessore regionale all’Agricoltura Eddy Bandiera, che aprirà i lavori.

L’iniziativa voluta dagli esponenti del M5S sarà un’occasione di dibattito su un modello produttivo ‘alternativo’  all’agricoltura industriale con i protagonisti della filiera agricola: imprenditori, rappresentanti delle organizzazioni di categoria ed esperti del settore. Per il M5S, “il modello agricolo contemporaneo basato sul consumo energetico e sulla produzione di gas serra, incide negativamente sulla biodiversità e sulla salute, anche a causa di fattori legati alla commercializzazione dei prodotti, con merci, che arrivando da lontano, perdono le qualità organolettiche e nutrizionali, una concorrenza in molti casi sleale, che impoverisce gli agricoltori che derivano il loro reddito dal lavoro nei campi”.

Per i Cinquestelle,”in Sicilia un nuovo modello agricolo è possibile” e per questo “occorre ripartire innanzitutto da una riforma del comparto e da un Piano Rurale Siciliano, per reindirizzare la produzione agricola verso tecniche ecosostenibili capaci di salvaguardare la biodiversità, promuovendo le produzioni tipiche e autoctone, (che tra l’altro richiedono minor controllo chimico), supportando le aziende a conduzione familiare, dotando l’Isola di collegamenti stradali adeguati per il trasporto delle merci, che sappia dare attuazione alle Politica Agricola Comune dell’Ue e investire ‘sapientemente’ le risorse comunitarie del Piano di Sviluppo Rurale, che finora ha privilegiato solo le aziende di maggiori dimensioni, lasciando, di fatto, soli i coltivatori diretti e quelle di minori dimensioni”.
Articolo tratto da PalermoToday.it

 

21 Apr 2018

Agricoltura: 16 varietà grani antichi Sicilia in Registro nazionale

Il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali dà il via libera alla iscrizione di 14 varietà da conservazione di grano duro e 2 varietà di grano tenero, per complessivi 56 agricoltori responsabili del mantenimento in purezza, nel “Registro nazionale delle varietà da conservazione di specie agrarie e delle specie ortive”. Queste varietà di grani antichi si sommano alle 3 già presenti nel registro delle varietà da conservazione. Infatti, in aggiunta alle varietà di frumento duro Timilia reste nere e Perciasacchi, oggi si aggiungono Capeiti 8, Farricello, Tripolino, Timilia reste bianche, Scorsonera, Ciciredda, Paola, Urrìa, Russello, Gioia, Martinella, Biancuccia, Castiglione Glabro, e Bidì. Invece, per quanto riguarda il frumento tenero, alla Maiorca, si aggiungono le varietà Maiorcone e Romano. Il decreto ministeriale arriva a conclusione dell’iter istruttorio messo a punto dalla Commissione tecnico scientifica di valutazione istituita presso il Dipartimento regionale dell’Agricoltura e composta dal Crea (Consiglio per la Ricerca e l’Analisi in Agricoltura – ex Ense), dalla Stazione di Granicoltura per la Sicilia, dal Servizio Fitosanitario regionale, dall’Università di Palermo e Catania e dal Consorzio di Ricerca “Gian Pietro Ballatore”. «Ci sono tutte le premesse perché in Sicilia si possa costituire una filiera dei grani antichi tracciata in tutte le sue fasi a partire dall’utilizzo di sementi certificate – afferma l’Assessore regionale per l’Agricoltura Edy Bandiera – Il riconoscimento di dette varietà non può non tradursi in una forte ricaduta in termini di qualità e quindi di maggiore rendimento economico delle produzioni e allo stesso tempo i consumatori avranno le necessarie garanzie di prodotto, tutelati in tal modo da eventuali frodi».

Tratto da SiciliaRurale.it

20 Apr 2018

Agricoltura in Sicilia, sbloccati oltre dieci milioni di euro

Grazie alla quotidiana e serrata interlocuzione di queste  settimane, Agea ha predisposto un elenco di pagamenti pari a 10.669.01600 euro che interessano 3.154 beneficiari”. Lo scopo è quello di sbloccare risorse utili per l’agricoltura siciliana che “è ormai giunta al collasso”.

A dirlo, l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera. “Prendo atto che, anche se non nella tempistica proposta, parte degli impegni assunti da Agea cominciano ad essere rispettati. Siamo da subito al lavoro per sollecitare le altre misure relative alle annualità pregresse e restiamo vigili al fine di alleviare le difficoltà che vivono le nostre aziende in termini di acquisizione di risorse economiche, già maturate e che gli spettano di diritto”.

Nello specifico lo sblocco da parte dell’organismo pagatore nazionale Agea riguarda la Misura 13 del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) “Indennità compensativa a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici”.

Articolo tratto da IlSicilia.it

29 Mar 2018

Agricoltura: Ismea, bando 2018 per primo insediamento

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’avviso di bando 2018 per il Primo insediamento in agricoltura. Si tratta di una iniziativa dell’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) che ha l’obiettivo di facilitare l’accesso alla terra da parte dei giovani che intendono diventare imprenditori agricoli.
I giovani di età compresa tra i 18 e i 41 anni non compiuti che si insediano in agricoltura per la prima volta potranno beneficiare di mutui a tasso agevolato per acquistare un’azienda agricola.
Le agevolazioni sono legate alla presentazione di un Piano di Sviluppo aziendale che dimostri la sostenibilità economica, finanziaria e ambientale dell’intervento in relazione allo sviluppo dell’attività agricola.
La dotazione finanziaria che ISMEA mette a disposizione per il bando 2018 è di 70 milioni di euro suddivisi in 2 lotti, 35 milioni di euro per le iniziative localizzate nelle Regioni del centro -nord e 35 milioni di euro per le iniziative nel Sud e nelle Isole.
Negli ultimi due anni, precisa l’Istituto per i mercati agricoli, sono stati 151 i giovani che sono diventati imprenditori agricoli grazie all’intervento finanziario di Ismea Le risorse complessivamente messe in campo dall’Istituto sono state circa 116 milioni di euro che hanno interessato un totale di circa 6 mila ettari e contribuito alla creazione di 450 posti di lavoro.
Le domande di accesso al bando potranno essere presentate attraverso lo Sportello Telematico dell’ISMEA a partire dalle ore 12 del 28 Marzo 2018 fino alle ore 12 dell’11 Maggio 2018.
Tratto da ISMEA.it
20 Mar 2018

Sicilia, Gennuso: “Agricoltura al collasso, Musumeci apra un tavolo con Bruxelles”

“L’agricoltura in Sicilia è oramai al collasso. Il presidente della Regione Musumeci convochi tutti gli eurodeputati e l’assessore regionale al ramo e apra un tavolo serio con Bruxelles”. A lanciare l’ennesimo grido dall’allarme è il deputato all’Ars, Pippo Gennuso, sollecitato dai produttori della sud est, Pachino, Rosolini, Portopalo, Ispica e Pozzallo, entrati nel tunnel della crisi che sembra non avere via d’uscite. ” Ammiro gli sforzi dell’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera da me sollecitato – che sta monitorando la situazione dei produttori nelle province di Siracusa e Ragusa e plaudo il suo comportamento per avere bloccato due giorni fa, attraverso il Corpo forestale, una nave che voleva attraccare a Pozzallo con 50 tonnellate di grano proveniente dal Pakistan. Ma da solo contro i trattati europei e le assurde tolleranze dell’Ue, serve un’azione forte di contrasto con in prima linea il governatore, tutti gli eurodeputati siciliani, ed i parlamentari del territorio. Musumeci chieda l’intervento pure del presidente del Parlamento Europea, Antonio Tajani, perchè la questione è generalizzata e non riguarda soltanto il Mezzogiorno d’Italia. Qui non si tratta di una battaglia di colore o politica, c’è in palio la salvaguardia di migliaia di produttori che vedono i mercati invasi da merce che arriva da ogni parte del mondo. Non è possibile lasciare il raccolto sui campi, perchè i costi non riescono neppure a compensare le spese. Mi riferisco al pomodoro, zucchine, melanzane. Poi c’è anche la tragedia degli agrumi che nel trinagolo di Lentini – Carlentini e Francofonte sono rimasti negli alberi. Bisogna fermare questa invasione in agricoltura e studiare formule che rendano competitivi i prodotti della nostra terra. Con questo andazzo – aggiunge Gennuso – non è possibile tutelare il “Made in Italy” perchè un’ora di lavoro fatto in Africa forse viene pagato a un euro, altra cosa è qui in Sicilia. Ci troviamo di fronte ad una concorrenza sleale. I consumatori, tra l’altro, non sanno cosa acquistano e se nelle loro tavole portano prodotti carichi di pesticidi. Questo scempio va fermato in tempi rapidi”.

Tratto da NuovoSud.it

09 Mar 2018

In Sicilia cresce il turismo, l’agricoltura e l’imprenditoria femminile

Nel 2017 sono nate ottomila nuove aziende. La provincia di Messina prima in Italia per tasso di nuove aziende

La Sicilia cresce nel turismo e nell’agricoltura. Nell’Isola c’è voglia di fare impresa, ed è proprio dal Sud che arriva la spinta che ha acceso i motori nel 2017. Il 60 per cento della crescita viene proprio dall’Isola, dove di anno in anno cresce il numero di chi si rimbocca le maniche e decide di mettersi in proprio. A dirlo sono i numeri. I dati su nascite e mortalità delle imprese siciliane nel 2017, rielaborati dall’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia, sono in crescita in tutte le province: nei dodici mesi 28.253 nuove aziende sono state iscritte ai registri delle Camere di commercio dell’Isola, mentre in 20.735 hanno chiuso i battenti. E le imprese di Messina sono prime in Italia per tasso di crescita. “Se si guarda la graduatoria provinciale – dice la segretaria generale di Unioncamere Sicilia, Santa Vaccaro – si scopre che la parte alta della classifica è dominata dalle siciliane. Prima in assoluto è Messina con un tasso di crescita del 2,2 per cento, il più alto in Italia”.

I DATI – In Sicilia il saldo è di +7.518 imprese, pari a un tasso di crescita dell’1,6 per cento, sopra alla media nazionale dello 0,7. La Sicilia è terza per tasso di crescita dopo Lazio (10.648 imprese in più) e Campania (+9.472). Bilancio in rosso per Piemonte (-965 imprese), Emilia-Romagna (-636) e Friuli-Venezia Giulia (-431). Ai primi posti in Italia, dopo Messina, anche Catania con un più 2,05 per cento e, a breve distanza, Agrigento con +1,97, Trapani con +1,90 e Siracusa +1,65.

I SETTORI – In Sicilia una forte concentrazione del saldo attivo viene dal turismo, in linea con la crescita nazionale delle imprese che operano in questo ambito (+10.335). Ma nell’Isola cresce anche l’agricoltura (+2.810). Bilanci più che positivi anche nel commercio (+1.970) e nelle costruzioni (+1.284). Dati, questi ultimi, in controtendenza rispetto al trend nazionale che vede chiudere in rosso le attività manifatturiere (-2.648), le costruzioni (-1.913) e l’agricoltura (-447).

IL BOOM DELL’AGRICOLTURA – La Sicilia è la seconda regione italiana per numero di aziende agricole (219mila), preceduta solo dalla Puglia (oltre 275mila) e seguita dalla Calabria (138mila), dalla Campania (137mila) e dal Veneto (121mila). In Sicilia, nei primi sei mesi del 2017, l’export complessivo del settore agroalimentare ha raggiunto circa 882 milioni di euro, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2016, quando aveva registrato 865 milioni di euro. Ma non è tutto. I numeri sull’agricoltura pubblicati nel rapporto Coreras 2017 mostrano che l’Isola guadagna il primo posto tra le regioni italiane, con 70mila ettari di superficie in produzione, pari al 58 per cento del dato nazionale. Lo stesso rapporto mostra che nel settore del biologico è la prima regione italiana per numero di operatori (11.326 aziende, pari al 18,9 per cento del dato nazionale).

L’IMPRENDITORIA FEMMINILE – In Sicilia quasi tremila aziende rosa in più in tre anni. A oggi si contano 112.028 imprese femminili, nel 2014 ce n’erano 109.154. Si tratta di 2.874 imprese in più. Secondo la rilevazione, le aziende rosa dell’Isola rappresentano il 24,3 per cento del totale delle imprese esistenti nell’Isola, con un tasso di femminilizzazione tra i più alti in Italia e sopra la media nazionale del 21,8 per cento.

Articolo tratto da GuidaSicilia.it e redatto da Giada Lo Porto – Repubblica/Palermo.it