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10 Lug 2018

Voucher: Centinaio, torna un po’ di legalità in agricoltura

(ANSA) – ROMA – “I voucher danno la possibilità di far tornare un po’ di legalità all’interno del mondo dell’agricoltura”. Lo ha detto il Ministro per le Politiche agricole, Gian Marco Centinaio intervistato da Sky 24, nel precisare che “l’idea di introdurli è venuta al sottoscritto dopo un confronto con alcuni colleghi della Lega e del M5S”.

“I voucher come erano strutturati non piacciono a nessuna parte, – ha detto Centinaio – l’idea è di farli in modo diverso, ossia evitando che ci siano distorsioni e abusi nel loro uso; al momento dell’emissione devono indicare il nome della persona che ne beneficerà e la data; prima questo non succedeva e i voucher venivano utilizzati random da persone birbanti per non dire ladri; la nostra è una proposta di miglioramento dell’utilizzo, più moderno, tanto che anche i colleghi del turismo li vorrebbero”. Il Ministro ha aggiunto, infine che “si tratta di uno strumento rintracciabilità del lavoro che piace a tutti, dalle associazioni di categoria dell’agricoltura, ai datori di lavoro, ai lavoratori, al presidente dell’Inps Boeri; solamente la Cgil ha detto che Centinaio è un cattivone. Secondo una stima della Coldiretti con l’introduzione dei nuovi voucher in agricoltura si legalizzerebbe 50mila posti di lavoro stagionali”.(ANSA).

Articolo tratto da GdS.it

Vedi anche http://gds.it/2018/07/11/dl-dignita-di-maio-ok-voucher-agricoltura-e-turismo_883548/

04 Mag 2018

Agricoltura: un piano rurale per la Sicilia, dibattito all’Ars organizzato dal M5S

Individuare una exit strategy alla crisi degli agricoltori siciliani, puntando sulla promozione e salvaguardia delle produzione locali. Lunedì 7 maggio dalle 9 alle 13 convegno a palazzo dei Normanni

Agricoltura: un piano rurale per la Sicilia, dibattito all’Ars organizzato dal M5S
Individuare una exit strategy alla crisi degli agricoltori siciliani, puntando sulla promozione e salvaguardia delle produzione locali, sulla biodiversità e sulla gestione etica della terra. E’ l’obiettivo del convegno “Un piano rurale siciliano per far rinascere la nostra agricoltura”, organizzato dal M5S e in programma lunedì 7 maggio, dalle 9 alle 13, nella sala Piersanti Mattarella di palazzo dei Normanni, a Palermo.

All’incontro partecipano l’eurodeputato del M5S, Ignazio Corrao, la deputata regionale del M5S e vice presidente della commissione Ambiente dell’Ars, Valentina Palmeri, la deputata regionale e vice presidente della commissione Attività produttive dell’Ars Angela Foti e l’agronomo Guido Bissanti, saggista ed esperto in materia di sviluppo sostenibile e agricoltura umanistica. Sarà presente anche l’assessore regionale all’Agricoltura Eddy Bandiera, che aprirà i lavori.

L’iniziativa voluta dagli esponenti del M5S sarà un’occasione di dibattito su un modello produttivo ‘alternativo’  all’agricoltura industriale con i protagonisti della filiera agricola: imprenditori, rappresentanti delle organizzazioni di categoria ed esperti del settore. Per il M5S, “il modello agricolo contemporaneo basato sul consumo energetico e sulla produzione di gas serra, incide negativamente sulla biodiversità e sulla salute, anche a causa di fattori legati alla commercializzazione dei prodotti, con merci, che arrivando da lontano, perdono le qualità organolettiche e nutrizionali, una concorrenza in molti casi sleale, che impoverisce gli agricoltori che derivano il loro reddito dal lavoro nei campi”.

Per i Cinquestelle,”in Sicilia un nuovo modello agricolo è possibile” e per questo “occorre ripartire innanzitutto da una riforma del comparto e da un Piano Rurale Siciliano, per reindirizzare la produzione agricola verso tecniche ecosostenibili capaci di salvaguardare la biodiversità, promuovendo le produzioni tipiche e autoctone, (che tra l’altro richiedono minor controllo chimico), supportando le aziende a conduzione familiare, dotando l’Isola di collegamenti stradali adeguati per il trasporto delle merci, che sappia dare attuazione alle Politica Agricola Comune dell’Ue e investire ‘sapientemente’ le risorse comunitarie del Piano di Sviluppo Rurale, che finora ha privilegiato solo le aziende di maggiori dimensioni, lasciando, di fatto, soli i coltivatori diretti e quelle di minori dimensioni”.
Articolo tratto da PalermoToday.it