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16 Mag 2018

Meloni di Sicilia, annata favorevole per Mundial

Una finestra di mercato più ampia per il melone siciliano Mundial (varietà Red Falcon), la cui stagione commerciale, quest’anno, è favorita dalla riduzione delle superfici investite a meloni Cantalupo nel Sud della Spagna e dal ritardo delle semine del Nord Italia.

“Per fortuna, le condizioni climatiche favorevoli stanno garantendo una campagna positiva al nostro melone, il più precoce d’Italia”, spiega Antonio Tribastone (in foto), sales specialist melone per la Sicilia di Nunhems (Bayer CropScience), azienda sementiera che distribuisce in esclusiva la varietà Red Falcon al Consorzio Mundial. “Finora la produzione, che quest’anno interessa una superfice totale di mille ettari tra Palma di Montechiaro, Licata e Ispica, è stata scalare e senza picchi. La qualità dei frutti, raccolti sempre al giusto grado di maturazione, è inoltre decisamente elevata”.

“Con il progetto Mundial – prosegue Tribastone – siamo ormai riusciti a fare ritornare il piacere di consumare meloni siciliani nel periodo primaverile. Il nostro melone è estremamente dolce e bello, ma anche sano per la salute e l’ambiente poiché ogni lotto di produzione, per poter essere commercializzato, deve superare i controlli di qualità della Sata sui redisui di prodotti fitosanitari”.

La maggiore parte del raccolto è distribuito da Alegra, con cui il Consorzio Mundial collabora dal 2015. “Credo che i prezzi rimarranno su livelli soddisfacenti sino a fine giugno, quando terminerà la nostra campagna. La raccolta nel Nord Italia – conclude – inizierà a partire da metà giugno”.

Tratto da ItaliaFruits.net

05 Mag 2018

Agricoltura: ENEA realizza primo simulatore smart per coltivare piante al chiuso anche nello spazio.

Si tratta di un vero e proprio “simulatore” di campo hi tech, unico in Italia, che permette la crescita di piante “superiori”.


ENEA ha brevettato e realizzato presso il Centro Ricerche di Portici il primo “microcosmo” per la coltivazione al chiuso e in ambienti estremi di piante come olivo, patata, pomodoro, lattuga e basilico, utilizzando comunque la terra. Si tratta di un vero e proprio “simulatore” di campo hi tech, unico in Italia, che permette la crescita di piante “superiori”, dotate cioè di una parte radicale e una parte aerea, sia legnose che erbacee, in ambienti “chiusi” normalmente inadatti alla coltivazione, come aeroporti, metropolitane e centri commerciali, ma anche “estremi” come aree desertiche e glaciali o nell’ambito di missioni spaziali. Realizzato in collaborazione con il Gruppo FOS, questo sistema innovativo di “smart agriculture” si distingue dalle serre e dalle comuni camere di crescita principalmente per l’architettura “a doppio stadio”; sensori per il controllo dei parametri ambientali che influenzano crescita, sviluppo e riproduzione delle piante; il sistema luci a LED che fornisce alle piante una illuminazione di precisione mediante lunghezze d’onda selezionate invece dell’intero spettro solare.

L’innovazione principale – evidenzia Luigi d’Aquino del Laboratorio Nanomateriali e Dispositivi dell’ENEA di Portici – è rappresentata dal ‘doppio stadio’ vale a dire con due camere indipendenti: una ipogea, destinata all’allevamento dell’apparato radicale e della rizosfera della pianta, cioè dell’insieme degli organismi che vivono nella zona del substrato in cui crescono le radici, e una camera epigea, destinata all’allevamento della parte aerea e della fillosfera della pianta, cioè dell’insieme degli organismi che vivono nel suo ambiente aereo“. Pur essendo indipendenti e gestite autonomamente a livello dei parametri ambientali, le due camere sono, però, intercomunicanti proprio come in natura, grazie gli scambi gassosi che avvengono attraverso il substrato di crescita delle radici (terreno, terriccio, composta o torba).

L’analogia con il campo coltivato – prosegue d’Aquino – è ancora più evidente se esaminiamo i microcosmi dal punto di vista della rapidità di crescita e della produttività di clorofilla e biomassa delle piante. Attualmente stiamo sperimentando l’efficacia del microcosmo abbinato all’illuminazione di precisione: abbiamo seminato e allevato per lo stesso periodo di tempo piante di basilico della stessa varietà, alcune in vasetto in laboratorio, un ambiente tipicamente inospitale per le piante, altre in un microcosmo sotto luce bianca e altre ancora in un altro microcosmo sotto luce di precisione LED di colore blu e rosso. Dopo circa un mese, rispetto alle piante lasciate crescere in laboratorio, quelle allevate in microcosmo sotto luce bianca sono cresciute molto di più, ma quelle nel microcosmo sotto luce di precisione hanno sviluppato una biomassa decine di volte superiore, maggiore clorofilla e sono passate anche alla fase riproduttiva”. “I nostri microcosmi – sottolinea ancora d’Aquino – sono veri e propri ecosistemi, diversi, quindi, dalle serre e dalle camere di crescita tradizionali, e sono in grado di replicare fedelmente in laboratorio quello che avviene in un campo coltivato quando si impongono date condizioni ambientali ed intervengono organismi capaci di interferire con le funzioni vegetali, quali patogeni o parassiti”.

Oltre alla soluzione strutturale in due camere indipendenti, che rende la struttura adatta ad allevare diverse tipologie di pianta, il microcosmo si distingue dalle comuni camere di crescita anche per la gestione molto più articolata di numerosi fattori ambientali, in particolare temperatura, luminosità, umidità e per la possibilità di gestione da remoto di tutto il sistema, requisito fondamentale per le applicazioni in ambienti estremi, in cui l’operatore può non essere sempre presente. Ma non solo. Innovativa è anche la possibilità di inserire sensori in tutti i punti che il ricercatore può ritenere strategici, ma anche la scelta dei materiali, che, ad esempio, nella camera epigea sono trasparenti, per consentirne il controllo a distanza, nonché ‘forabili’, per permettere campionamenti senza perturbare lo stato delle piante.

I microcosmi sono stati ideati e realizzati nell’ambito delle attività del Laboratorio pubblico privato TRIPODE e sono attualmente in via di ulteriore sviluppo nell’ambito del Progetto ISAAC (Innovativo Sistema illuminotecnico per l’Allevamento di vegetali in Ambienti Chiusi per migliorare il benessere umano) – cofinanziato con oltre 4,7 milioni di euro dal Bando Horizon 2020 e dal PON Imprese & Competitività 2014-2020 del Ministero dello Sviluppo Economico – al quale partecipa, oltre a ENEA e al gruppo FOS, anche l’industria BECAR, azienda controllata da Beghelli.

Oltre allo sviluppo del microcosmo, il progetto ISAAC punta a realizzare, in tre anni, anche un sistema innovativo di illuminazione che permetta non solo di allevare, sviluppare e far riprodurre efficacemente piante al chiuso e in ambienti estremi, ma anche di sostenere un adeguato benessere degli esseri umani.

Il nostro brevetto – conclude d’Aquino – può costituire la base tecnologica per sviluppare prototipi di interesse per laboratori di ricerca attivi in diversi campi della biologia come, ad esempio, la fisiologia vegetale, la patologia e la parassitologia vegetale, l’ecofisiologia, l’ecotossicologia, l’ecologia tellurica, ma può costituire anche la base per sviluppare prototipi utili a diffondere la coltivazione di piante in ambienti ‘non convenzionali’ con ottime potenzialità di mercato e commerciali, e per questa finalità stiamo valutando l’avviamento di uno spin-off insieme ai nostri partner industriali”.

L’innovazione sarà presentata nell’ambito del “1st Joint AgroSpace-MELiSSAWorkshop – Current and future ways to Closed Life Support Systems”, organizzato dalla Fondazione Melissa (Micro Ecological Life Support System Alternative), in programma a Roma dal 16 al 18 maggio, che è tra i più ambizioni progetti di ricerca internazionale sul tema dell’agricoltura in ambiente controllato e dei sistemi di supporto vitale biorigenerativi necessari a supportare la permanenza umana nello spazio. L’obiettivo comune è condividere le conoscenze sui sistemi più avanzati per la produzione di cibo nello spazio, analizzando le più recenti innovazioni scientifiche e tecnologiche nel settore delle colture protette e presentando lo stato dell’arte della ricerca internazionale sui sistemi di supporto vitale (melissafoundation.org).

 

Articolo tratto da Enea.it

05 Mag 2018

Landsupport: uno strumento per aiutare le decisioni critiche nell’agricoltura 4.0

Una applicazione web rivoluzionaria che nasce dalla ricerca scientifica come strumento al servizio di una agricoltura innovativa, di una intelligente pianificazione del territorio e di uno sviluppo del turismo ecosostenibile in Europa. Sono queste le ambizioni di Landsupport, un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di un bando “Horizon 2020” che sarà sviluppato nell’arco di tre anni e mezzo.

A coordinare il cammino sarà il CRISP (Centro di Ricerca Interdipartimentale dell’Università di Napoli Federico II). Il progetto – che sarà presentato il 30 e 31 maggio alla Reggia di Portici (NA), sede del CRISP, in un evento internazionale a cui prenderanno parte tutti i partner – coinvolge CNR, Ispra, Università Statale di Milano, Regione Campania ed Ariespace Srl con strutture omologhe da Austria, Ungheria, Spagna, Germania, Slovenia, Belgio, Francia, Libano e Malesia.

Landsupport, in sintesi, sarà uno strumento di supporto alle decisioni di politici e amministratori a livello europeo, nazionale e locale, per prendere decisioni informate sulla gestione del suolo e del territorio, anche in ottemperanza alle numerose e complesse direttive comunitarie. Un complesso sistema informatico, basandosi su modelli di simulazione dinamici, consentirà via web agli utenti di ottenere risposte a problematiche di pianificazione, gestione, fruizione del territorio ed analisi di scenario.

Landsupport, dal punto di vista tecnico, è un contenitore di 15 famiglie di tool, su agricoltura, pianificazione e turismo ecosostenibile, sviluppati dai ricercatori del partenariato internazionale.

Innovative, in particolare, le potenzialità dello strumento in agricoltura. Tramite smarthphone l’utente potrà conoscere i parametri relativi alla pianta ed al suolo e caricare i propri dati certificati contribuendo a migliorare la qualità delle risposte specifiche che Landsupport fornirà a ciascun utente su irrigazione, fertilizzazione, raccolta e potenziale insorgenza di agenti patogeni. Tutto ciò reso possibile grazie alla tecnologia FMIS (Farm Management Information System), una delle frontiere innovative dell’agricoltura 4.0. (smart o digital Agriculture).

Allo stesso modo il pianificatore territoriale, nell’ottica di diminuire il consumo di suolo e meglio gestire il territorio, potrà selezionare una o più porzioni di territorio ed ottenere informazioni su tassi della copertura ed impermeabilizzazionesprawl (dispersione insediativa) e compattezza degli insediamenti, frammentazione del territorio rurale, qualità dell’uso dei suoli nel tempo.

Le informazioni così ottenute dovrebbero supportare decisori, amministratori e tecnici in scelte più consapevoli, per preservare corridoi ecologici e mitigare l’impatto dell’uso del suolo.

Una famiglia di tool sarà inoltre dedicata al turismo ecosostenibile ed alla fruizione culturale, estetica e ricreativa del territorio. Landsuport fornirà dati, informazioni e mappe di tipicità enogastronomiche, di sentieri pedonali e percorsi ciclabili, di punti panoramici e del patrimonio artistico e storico.

Articolo tratto da Greenews.it

04 Mag 2018

Agricoltura: un piano rurale per la Sicilia, dibattito all’Ars organizzato dal M5S

Individuare una exit strategy alla crisi degli agricoltori siciliani, puntando sulla promozione e salvaguardia delle produzione locali. Lunedì 7 maggio dalle 9 alle 13 convegno a palazzo dei Normanni

Agricoltura: un piano rurale per la Sicilia, dibattito all’Ars organizzato dal M5S
Individuare una exit strategy alla crisi degli agricoltori siciliani, puntando sulla promozione e salvaguardia delle produzione locali, sulla biodiversità e sulla gestione etica della terra. E’ l’obiettivo del convegno “Un piano rurale siciliano per far rinascere la nostra agricoltura”, organizzato dal M5S e in programma lunedì 7 maggio, dalle 9 alle 13, nella sala Piersanti Mattarella di palazzo dei Normanni, a Palermo.

All’incontro partecipano l’eurodeputato del M5S, Ignazio Corrao, la deputata regionale del M5S e vice presidente della commissione Ambiente dell’Ars, Valentina Palmeri, la deputata regionale e vice presidente della commissione Attività produttive dell’Ars Angela Foti e l’agronomo Guido Bissanti, saggista ed esperto in materia di sviluppo sostenibile e agricoltura umanistica. Sarà presente anche l’assessore regionale all’Agricoltura Eddy Bandiera, che aprirà i lavori.

L’iniziativa voluta dagli esponenti del M5S sarà un’occasione di dibattito su un modello produttivo ‘alternativo’  all’agricoltura industriale con i protagonisti della filiera agricola: imprenditori, rappresentanti delle organizzazioni di categoria ed esperti del settore. Per il M5S, “il modello agricolo contemporaneo basato sul consumo energetico e sulla produzione di gas serra, incide negativamente sulla biodiversità e sulla salute, anche a causa di fattori legati alla commercializzazione dei prodotti, con merci, che arrivando da lontano, perdono le qualità organolettiche e nutrizionali, una concorrenza in molti casi sleale, che impoverisce gli agricoltori che derivano il loro reddito dal lavoro nei campi”.

Per i Cinquestelle,”in Sicilia un nuovo modello agricolo è possibile” e per questo “occorre ripartire innanzitutto da una riforma del comparto e da un Piano Rurale Siciliano, per reindirizzare la produzione agricola verso tecniche ecosostenibili capaci di salvaguardare la biodiversità, promuovendo le produzioni tipiche e autoctone, (che tra l’altro richiedono minor controllo chimico), supportando le aziende a conduzione familiare, dotando l’Isola di collegamenti stradali adeguati per il trasporto delle merci, che sappia dare attuazione alle Politica Agricola Comune dell’Ue e investire ‘sapientemente’ le risorse comunitarie del Piano di Sviluppo Rurale, che finora ha privilegiato solo le aziende di maggiori dimensioni, lasciando, di fatto, soli i coltivatori diretti e quelle di minori dimensioni”.
Articolo tratto da PalermoToday.it

 

28 Apr 2018

Boom di giovani agricoltori: i 10 consigli per avere successo

Il ritorno alla terra: 30mila giovani hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea, al di là di ogni previsione. Sicilia e Puglia le regioni con più domande. Più di 45mila gli iscritti alle scuole superiori di agraria, +36% rispetto a cinque anni fa

Sono quasi 30mila i giovani italiani che nel 2016/2017 hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea, una “corsa alla terra” che Coldiretti definisce come «ritorno epocale, che non avveniva dalla rivoluzione industriale»: le domande presentate superano superano già circa il 44% le previsioni per l’intera programmazione fino al 2020. Il 61% di questi giovani risiede al Sud e nelle isole, il 19% al Centro Italia e il restante 20% al Nord. La Sicilia e la Puglia cono le prime due regioni, con 4.700 e 4.540 domane presentate, contro le 39 della Valle d’Aosta. I dati sono contenuti nello studio della Coldiretti “Ritorno alla Terra” presentato al primo “Open Day dell’agricoltura”, che consentiva di vivere un giorno da contadino in corso a Bari. Il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, ha evidenziato che «il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia per chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per giovani istruiti e con voglia di fare tanto».

Per sostenere gli aspiranti colleghi imprenditori, i giovani della Coldiretti hanno costituito anche una speciale task force che opera a livello territoriale con tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito. Ecco quali sono le 10 mosse per avere successo.

LE DIECI REGOLE D’ORO DI COLDIRETTI PER IL SUCCESSO NEI CAMPI

  1. Avere un’idea chiara di quello che si vuole fare
  2. Studiare territorio, mercati e normative
  3. Progettare un business plan
  4. Disegnare una mappa delle fonti di finanziamento
  5. Individuare la banca o il bando pubblico a cui rivolgersi
  6. Verificare le possibilità di accesso alle risorse
  7. Cercare con CreditAgri le garanzie per il finanziamento
  8. Presentare il progetto per accedere al credito bancario
  9. Presentare il progetto per accedere ai fondi pubblici
  10. Realizzare il progetto

Gli ostacoli? La burocrazia, che agli imprenditori agricoli – spiega Coldiretti – sottrae almeno 100 giorni di lavoro ogni anno, e il costo elevato della terra, visto che la terra arabile in Italia è la più cara d’Europa, con un prezzo medio di 40.153 euro all’ettaro e il record europeo di 108mila euro all’ettaro in Liguria. Le amministrazioni pubbliche secondo Coldiretti hanno in mano terreni agricoli per un valore di 9,9 miliardi: terre fertili, ma il più delle volte sottoutilizzate, in quanto prive di una conduzione imprenditoriale capace di valorizzarle adeguatamente, con idee e soluzioni che guardano al mercato. Secondo Coldiretti affidare questi terreni a giovani agricoltori toglierebbe alla Pubblica Amministrazione il compito improprio di coltivare la terra e avrebbe il vantaggio di rispondere alla domanda delle nuove generazioni, per le quali la mancanza di disponibilità di terreni da coltivare rappresenta il principale ostacolo all’accesso al settore.

Il ritorno alla terra è dimostrato anche da un altro dato record, il numero di studenti nelle scuole superiori di agraria in Italia: +36% negli ultimi cinque anni. I ragazzi che alle superiori che hanno scelto un percorso didattico legato alla terra sono 45.566 nell’anno scolastico 2017/18, il record del quinquennio. Un successo – spiega la Coldiretti – legato alla voglia di studiare qualcosa che unisca la pratica alla teoria, che insegni come si fanno le cose e come si possa costruire una carriera professionale a contatto con la natura grazie a un’esperienza che affianca lo studio sui libri al lavoro nelle stalle, nei caseifici, nei campi, nei laboratori. La prospettiva di un futuro è confermata anche dal fatto che nei 35 percorsi didattici negli istituti tecnici superiori (ITS) a livello nazionale si registra un tasso di occupati di oltre il 73% a un anno dal diploma secondo le elaborazioni Coldiretti sull’ultimo monitoraggio Indire/Ministero dell’Istruzione, con picchi che vanno dal 94,1% dell’Abruzzo all’88,9% del Veneto, dal 79,1% della Lombardia al 76,5% della Puglia, al 77,8% dell’Emilia Romagna o al 75% del Lazio.

Articolo tratto da Vita.it

21 Apr 2018

Agricoltura: 16 varietà grani antichi Sicilia in Registro nazionale

Il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali dà il via libera alla iscrizione di 14 varietà da conservazione di grano duro e 2 varietà di grano tenero, per complessivi 56 agricoltori responsabili del mantenimento in purezza, nel “Registro nazionale delle varietà da conservazione di specie agrarie e delle specie ortive”. Queste varietà di grani antichi si sommano alle 3 già presenti nel registro delle varietà da conservazione. Infatti, in aggiunta alle varietà di frumento duro Timilia reste nere e Perciasacchi, oggi si aggiungono Capeiti 8, Farricello, Tripolino, Timilia reste bianche, Scorsonera, Ciciredda, Paola, Urrìa, Russello, Gioia, Martinella, Biancuccia, Castiglione Glabro, e Bidì. Invece, per quanto riguarda il frumento tenero, alla Maiorca, si aggiungono le varietà Maiorcone e Romano. Il decreto ministeriale arriva a conclusione dell’iter istruttorio messo a punto dalla Commissione tecnico scientifica di valutazione istituita presso il Dipartimento regionale dell’Agricoltura e composta dal Crea (Consiglio per la Ricerca e l’Analisi in Agricoltura – ex Ense), dalla Stazione di Granicoltura per la Sicilia, dal Servizio Fitosanitario regionale, dall’Università di Palermo e Catania e dal Consorzio di Ricerca “Gian Pietro Ballatore”. «Ci sono tutte le premesse perché in Sicilia si possa costituire una filiera dei grani antichi tracciata in tutte le sue fasi a partire dall’utilizzo di sementi certificate – afferma l’Assessore regionale per l’Agricoltura Edy Bandiera – Il riconoscimento di dette varietà non può non tradursi in una forte ricaduta in termini di qualità e quindi di maggiore rendimento economico delle produzioni e allo stesso tempo i consumatori avranno le necessarie garanzie di prodotto, tutelati in tal modo da eventuali frodi».

Tratto da SiciliaRurale.it

20 Apr 2018

Agricoltura in Sicilia, sbloccati oltre dieci milioni di euro

Grazie alla quotidiana e serrata interlocuzione di queste  settimane, Agea ha predisposto un elenco di pagamenti pari a 10.669.01600 euro che interessano 3.154 beneficiari”. Lo scopo è quello di sbloccare risorse utili per l’agricoltura siciliana che “è ormai giunta al collasso”.

A dirlo, l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera. “Prendo atto che, anche se non nella tempistica proposta, parte degli impegni assunti da Agea cominciano ad essere rispettati. Siamo da subito al lavoro per sollecitare le altre misure relative alle annualità pregresse e restiamo vigili al fine di alleviare le difficoltà che vivono le nostre aziende in termini di acquisizione di risorse economiche, già maturate e che gli spettano di diritto”.

Nello specifico lo sblocco da parte dell’organismo pagatore nazionale Agea riguarda la Misura 13 del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) “Indennità compensativa a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici”.

Articolo tratto da IlSicilia.it

29 Mar 2018

Agricoltura: Ismea, bando 2018 per primo insediamento

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’avviso di bando 2018 per il Primo insediamento in agricoltura. Si tratta di una iniziativa dell’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) che ha l’obiettivo di facilitare l’accesso alla terra da parte dei giovani che intendono diventare imprenditori agricoli.
I giovani di età compresa tra i 18 e i 41 anni non compiuti che si insediano in agricoltura per la prima volta potranno beneficiare di mutui a tasso agevolato per acquistare un’azienda agricola.
Le agevolazioni sono legate alla presentazione di un Piano di Sviluppo aziendale che dimostri la sostenibilità economica, finanziaria e ambientale dell’intervento in relazione allo sviluppo dell’attività agricola.
La dotazione finanziaria che ISMEA mette a disposizione per il bando 2018 è di 70 milioni di euro suddivisi in 2 lotti, 35 milioni di euro per le iniziative localizzate nelle Regioni del centro -nord e 35 milioni di euro per le iniziative nel Sud e nelle Isole.
Negli ultimi due anni, precisa l’Istituto per i mercati agricoli, sono stati 151 i giovani che sono diventati imprenditori agricoli grazie all’intervento finanziario di Ismea Le risorse complessivamente messe in campo dall’Istituto sono state circa 116 milioni di euro che hanno interessato un totale di circa 6 mila ettari e contribuito alla creazione di 450 posti di lavoro.
Le domande di accesso al bando potranno essere presentate attraverso lo Sportello Telematico dell’ISMEA a partire dalle ore 12 del 28 Marzo 2018 fino alle ore 12 dell’11 Maggio 2018.
Tratto da ISMEA.it
20 Mar 2018

Sicilia, Gennuso: “Agricoltura al collasso, Musumeci apra un tavolo con Bruxelles”

“L’agricoltura in Sicilia è oramai al collasso. Il presidente della Regione Musumeci convochi tutti gli eurodeputati e l’assessore regionale al ramo e apra un tavolo serio con Bruxelles”. A lanciare l’ennesimo grido dall’allarme è il deputato all’Ars, Pippo Gennuso, sollecitato dai produttori della sud est, Pachino, Rosolini, Portopalo, Ispica e Pozzallo, entrati nel tunnel della crisi che sembra non avere via d’uscite. ” Ammiro gli sforzi dell’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera da me sollecitato – che sta monitorando la situazione dei produttori nelle province di Siracusa e Ragusa e plaudo il suo comportamento per avere bloccato due giorni fa, attraverso il Corpo forestale, una nave che voleva attraccare a Pozzallo con 50 tonnellate di grano proveniente dal Pakistan. Ma da solo contro i trattati europei e le assurde tolleranze dell’Ue, serve un’azione forte di contrasto con in prima linea il governatore, tutti gli eurodeputati siciliani, ed i parlamentari del territorio. Musumeci chieda l’intervento pure del presidente del Parlamento Europea, Antonio Tajani, perchè la questione è generalizzata e non riguarda soltanto il Mezzogiorno d’Italia. Qui non si tratta di una battaglia di colore o politica, c’è in palio la salvaguardia di migliaia di produttori che vedono i mercati invasi da merce che arriva da ogni parte del mondo. Non è possibile lasciare il raccolto sui campi, perchè i costi non riescono neppure a compensare le spese. Mi riferisco al pomodoro, zucchine, melanzane. Poi c’è anche la tragedia degli agrumi che nel trinagolo di Lentini – Carlentini e Francofonte sono rimasti negli alberi. Bisogna fermare questa invasione in agricoltura e studiare formule che rendano competitivi i prodotti della nostra terra. Con questo andazzo – aggiunge Gennuso – non è possibile tutelare il “Made in Italy” perchè un’ora di lavoro fatto in Africa forse viene pagato a un euro, altra cosa è qui in Sicilia. Ci troviamo di fronte ad una concorrenza sleale. I consumatori, tra l’altro, non sanno cosa acquistano e se nelle loro tavole portano prodotti carichi di pesticidi. Questo scempio va fermato in tempi rapidi”.

Tratto da NuovoSud.it

09 Mar 2018

In Sicilia cresce il turismo, l’agricoltura e l’imprenditoria femminile

Nel 2017 sono nate ottomila nuove aziende. La provincia di Messina prima in Italia per tasso di nuove aziende

La Sicilia cresce nel turismo e nell’agricoltura. Nell’Isola c’è voglia di fare impresa, ed è proprio dal Sud che arriva la spinta che ha acceso i motori nel 2017. Il 60 per cento della crescita viene proprio dall’Isola, dove di anno in anno cresce il numero di chi si rimbocca le maniche e decide di mettersi in proprio. A dirlo sono i numeri. I dati su nascite e mortalità delle imprese siciliane nel 2017, rielaborati dall’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia, sono in crescita in tutte le province: nei dodici mesi 28.253 nuove aziende sono state iscritte ai registri delle Camere di commercio dell’Isola, mentre in 20.735 hanno chiuso i battenti. E le imprese di Messina sono prime in Italia per tasso di crescita. “Se si guarda la graduatoria provinciale – dice la segretaria generale di Unioncamere Sicilia, Santa Vaccaro – si scopre che la parte alta della classifica è dominata dalle siciliane. Prima in assoluto è Messina con un tasso di crescita del 2,2 per cento, il più alto in Italia”.

I DATI – In Sicilia il saldo è di +7.518 imprese, pari a un tasso di crescita dell’1,6 per cento, sopra alla media nazionale dello 0,7. La Sicilia è terza per tasso di crescita dopo Lazio (10.648 imprese in più) e Campania (+9.472). Bilancio in rosso per Piemonte (-965 imprese), Emilia-Romagna (-636) e Friuli-Venezia Giulia (-431). Ai primi posti in Italia, dopo Messina, anche Catania con un più 2,05 per cento e, a breve distanza, Agrigento con +1,97, Trapani con +1,90 e Siracusa +1,65.

I SETTORI – In Sicilia una forte concentrazione del saldo attivo viene dal turismo, in linea con la crescita nazionale delle imprese che operano in questo ambito (+10.335). Ma nell’Isola cresce anche l’agricoltura (+2.810). Bilanci più che positivi anche nel commercio (+1.970) e nelle costruzioni (+1.284). Dati, questi ultimi, in controtendenza rispetto al trend nazionale che vede chiudere in rosso le attività manifatturiere (-2.648), le costruzioni (-1.913) e l’agricoltura (-447).

IL BOOM DELL’AGRICOLTURA – La Sicilia è la seconda regione italiana per numero di aziende agricole (219mila), preceduta solo dalla Puglia (oltre 275mila) e seguita dalla Calabria (138mila), dalla Campania (137mila) e dal Veneto (121mila). In Sicilia, nei primi sei mesi del 2017, l’export complessivo del settore agroalimentare ha raggiunto circa 882 milioni di euro, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2016, quando aveva registrato 865 milioni di euro. Ma non è tutto. I numeri sull’agricoltura pubblicati nel rapporto Coreras 2017 mostrano che l’Isola guadagna il primo posto tra le regioni italiane, con 70mila ettari di superficie in produzione, pari al 58 per cento del dato nazionale. Lo stesso rapporto mostra che nel settore del biologico è la prima regione italiana per numero di operatori (11.326 aziende, pari al 18,9 per cento del dato nazionale).

L’IMPRENDITORIA FEMMINILE – In Sicilia quasi tremila aziende rosa in più in tre anni. A oggi si contano 112.028 imprese femminili, nel 2014 ce n’erano 109.154. Si tratta di 2.874 imprese in più. Secondo la rilevazione, le aziende rosa dell’Isola rappresentano il 24,3 per cento del totale delle imprese esistenti nell’Isola, con un tasso di femminilizzazione tra i più alti in Italia e sopra la media nazionale del 21,8 per cento.

Articolo tratto da GuidaSicilia.it e redatto da Giada Lo Porto – Repubblica/Palermo.it