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16 Mag 2018

Italiani sempre più hobby farmers

Dal rapporto Coldiretti/Ixè emerge che sei cittadini su dieci prediligono la cura della terra. Comagarden: “Rispetto al 2017 le vendite di attrezzi da giardino aumentano”.

Sei cittadini su dieci del Bel Paese (63%) trascorrono il proprio tempo libero con la zappa in mano dedicandolo alla cura di ortaggi, verdure, piante, fiori in vaso o in terra, sia presso giardini che anche su balconi e terrazzi. Sono questi i risultati che emergono da uno studio condotto da Coldiretti/Ixè intitolato “Italiani popolo di hobby farmers” che è stato recentemente presentato a Bari in occasione della manifestazione #stocoicontadini.
Quello che in passato sembrava essere un passatempo riservato solo agli anziani o a coloro che avessero cessato la propria attività lavorativa, raggiunta la tanto agognata pensione, si scopre essere oggi invece un trend in continua crescita.
Sempre più persone in età lavorativa e sempre più giovani si appassionano alla cura della terra nonostante l’assenza di studi e competenze tecniche del settore.
 
Secondo Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, l’assenza di conoscenze e competenze è oggi presto colmata con il passaparola e con le pubblicazioni specializzate ed è ulteriormente favorita dalla nascita della nuova figura del “tutor dell’orto” che ad esempio la rete degli orti urbani di Campagna amica mette a disposizione.
“Gli italiani si dedicano al lavoro della terra in proprietà private, ma anche nei terreni pubblici o nelle aziende agricole con un comune denominatore che è la passione per il lavoro all’aria aperta, la voglia di vedere crescere qualche cosa di proprio, il gusto di mangiare e offrire a familiari e amici prodotti freschi, genuini e di stagione, ma anche in alcuni casi di risparmiare senza rinunciare alla qualità” afferma Moncalvo.
La diffusione di questo fenomeno è del tutto trasversale tra fasce di età, distinzione di genere e territori di residenza.
Ben un milione e duecentomila giovani italiani coltivano almeno un ettaro di terreno a uso familiare o come piccolo reddito integrativo e possono secondo Nomisma definirsi piccoli agricoltori hobbisti; secondo Coldiretti si tratta in larga maggioranza di famiglie che hanno ereditato pezzi di terreno o aziende da genitori e parenti per i quali hanno deciso di mantenere la proprietà per “reinventarsi” nel ruolo di coltivatori e allevatori piuttosto che venderli o peggio ancora lasciarli al totale abbandono come accadeva spesso in passato.
 
Il boom degli hobby farmers ha importanti effetti sul mercato e sull’occupazione.
Secondo i dati diffusi da Comagarden le vendite di macchinari per il giardinaggio nel solo 2017 hanno registrato un incremento delle vendite pari al 7,3% per i trattori di piccole dimensioni e addirittura del 18,5% per i rasaerba robotizzati.
Ancor più interessante il discorso delle serre e dei vivai dove gli italiani a inizio stagione vanno a rifornirsi di piante e fiori facendo “volare” un settore che in Italia vale complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e conta 100mila addetti in 27mila aziende impegnate nella coltivazione di oltre 2.000 specie vegetali.
Non è un caso isolato quindi trovare anche in Sicilia tanti hobby farmers in giacca e cravatta durante la settimana e con le mani sporche di terra nel week end; i casi non mancano si va dal dipendente di banca produttore di miele a Zafferana etnea, dall’affermato costruttore edile Mimmo Costanzo che investe nel restauro di un palmento e nella produzione di vini Etna Doc, all’apprezzatissimo ristoratore catanese Andrea Graziano che sempre sull’Etna apre una vera e propria “farm” per la coltivazione di materia prima da utilizzare nei propri ristoranti.
Una passione che ha contagiato anche Vip che producono e vendono prodotti di qualità; si va da Sting alla Nannini, da Zucchero ad Al Bano, da Bocelli, a Ferragamo, da Cavalli a Renzo Rosso, da Jarno Trulli a Andrea Pirlo, da Francesco Moser a Massimo D’Alema fino a Renato Brunetta e Bruno Vespa; questi sono solo alcuni dei nomi famosi che hanno investito tempo e denaro in aziende agricole parallelamente alla loro principale attività lavorativa.
Articolo tratto da Qds.it

 

23 Feb 2018

Mipaaf, approvato decreto su controlli agricoltura biologica

Via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legislativo sui controlli nelle produzioni agricole e agroalimentari biologiche.

Lo fa sapere il ministero delle Politiche agricole, nel precisare che la norma attua la delega contenuta nel Collegato agricoltura e aggiorna le disposizioni ferme al 1995, adeguandole anche alle leggi europee. Il provvedimento vuole garantire una maggiore tutela del consumatore, del commercio e della concorrenza, ma anche semplificare e unificare in un solo testo di legge la materia dei controlli e rendere il sistema più efficace, anche sotto il profilo della repressione.

“Con questo provvedimento – afferma il ministro Maurizio Martina – rendiamo più forte e trasparente il biologico italiano, compiendo un ulteriore salto di qualità sul fronte dei controlli, per garantire maggiore sicurezza ai consumatori e tutelare i produttori onesti in un comparto dove siamo leader in Europa con oltre 70 mila operatori e un aumento delle superfici coltivate bio del 20% in un anno”. Sono diverse le novità previste nel nuovo sistema dei controlli, a partire dalla norma che introduce meccanismi per il rafforzamento della leale concorrenza e per l’eliminazione dei conflitti di interessi degli organismi di controllo. Il ministero, infatti, fa sapere che gli operatori del biologico non possano detenere partecipazioni societarie degli organismi di controllo che superi la metà del capitale sociale; sono escluse da tale requisito le associazioni di carattere consortile che non abbiano fine di lucro. Gli organismi, inoltre, non possono svolgere nel settore dell’agricoltura biologica, attività diversa dall’attività di controllo; i relativi rappresentanti e amministratori e personale addetto al controllo non possono fornire beni o servizi diversi dall’attività di controllo agli operatori controllati; l’ispettore non può svolgere l’attività di controllo presso lo stesso operatore per più di tre visite consecutive. La norma, inoltre, istituisce una banca dati pubblica di tutte le transazioni commerciali del settore bio fruibile da tutti gli operatori del sistema, per renderle più trasparenza e allo stesso per assicurare più tempestiva l’azione antifrode e maggiore la tutela dei consumatori.

Il decreto, infine, conferma che il ministero delle Politiche agricole è l’autorità competente per l’organizzazione dei controlli e che delega tali compiti ad organismi di controllo privati e autorizzati. La competenza in materia di vigilanza e controllo sui vari organismi spetta all’Ispettorato centrale per la tutela della qualità e la repressione frodi dei prodotti agroalimentari del ministero, al Comando unità tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri e alle Regioni negli ambiti territoriali di competenza.

Articolo tratto da GdS.it

19 Gen 2018

Ecogruppo Italia: il Biologico certificato dalla Sicilia a Biofach 2018

Angelo Maugeri, fondatore Ecogruppo Italia, risponde alle domande di cronaca sul biologico certificato

Ecogruppo Italia, fondata da Angelo Maugeri, ha compiuto nel 2017 venticinque anni di storia e come organismo di Controllo e Certificazione, da San Giovanni la Punta, in provincia di Catania, rilancia con forza il proprio messaggio alle oltre 5000 aziende italiane e le 600 al di là delle Alpi: “Dalla crisi del 2007 il biologico è sempre stato un comparto che controcorrente si è mantenuto in crescita”sostiene apertamente Maugeri riconfermando la propria presenza a Biofach, la maggiore fiera del biologico al mondo, prevista dal 14 al 17 febbraio a Norimberga in Germania, dichiarando anche che “L’Italia fa sempre da apripista, ma spesso si fa raggiungere e superare. Bisogna fare attenzione a inasprire la burocrazia, e lasciare che gli organismi di controllo abbiano in mano strumenti efficaci per controllare”

Angelo Maugeri guarda la sua terra, dalla finestra sull’Etna della nuova sede degli uffici direzionali, con orgoglio tutto siciliano. Il nuovo edificio, in acciaio e vetro, è stato progettato e realizzato con l’ausilio di pannelli isolanti, nell’obiettivo di tutelare chi lavora e l’ambiente in cui si trova, capace di resistere a un grado 9 della scala Mercalli, inclusa la presenza di un mini depuratore e del fotovoltaico.

Dr Maugeri cosa vede veramente dalla nuova sede?

Quando ho iniziato ero giovanissimo e andavamo contro corrente e se posso permettermi era come partecipare a una gara dei cento metri, con lo svantaggio di avere tutti gli altri avanti di cinquanta. Oggi  abbiamo cinque sedi distaccate in Italia, e una a Sofia, in Bulgaria. Partecipiamo ad accordi internazionali e grazie a partnership importanti guardiamo ora alla Turchia e all’Asia minore, ma dopo 25 anni abbiamo voluto rilanciare un messaggio forte, che sia da stimolo per chi lavora con noi e un simbolo per chi ci guarda dall’estero: dal Sud, da dove tutti scappano, si può fare molto, basta la volontà di pensare in grande e farlo riconoscendo i meriti delle persone e del territorio in cui siamo nati.

Il simbolico edificio a impatto zero si trova sulla strada per il vulcano e ne trae, evidentemente, la sua energia positiva. Ecogruppo Italia oggi, può vantare di essere tra i primi organismi ad aver ottenuto nel 1996 l’autorizzazione ministeriale ad eseguire controlli e certificazioni in agricoltura biologica. L’azienda opera nel campo dei prodotti ecosostenibili, in ambiti che interessano l’agricoltura, l’industria manifatturiera e di trasformazione e quella dei servizi. L’agroalimentare, la cosmesi, la detergenza, il packaging e le strutture ricettive sono l’ambito operativo. Inoltre consolidate partnership, consentono di fornire i servizi anche sui mercati del nord e sud America.

Dr Maugeri cosa è cambiato e cosa si può ancora fare per il Biologico?

Produrre Biologico non è per tutti, ma dovrebbe essere a portata di tutti: bisognerebbe rilanciare le aziende marginali, quelle da cui è nato il biologico, le piccole aziende che si trovano in zone impervie, ma che sono state e restano le vere sentinelle dell’agricoltura, cui dovrebbero essere destinati i contributi.

Per esempio in Sicilia tutto è partito con le mandorle e gli agrumi. Si potrebbe dare a queste aziende la possibilità, per esempio, di rimettere in sesto i muretti a secco, che oggi con l’abbandono delle terre, sono causa anche del dissesto idrogeologico. Poi per quanto riguarda i controlli, portare avanti la lotta contro i pesticidi ma su tutta la filiera produttiva e non secondo timing legislativi. I controlli devono essere fatti sull’acqua, sulle foglie, sul terreno, prima, durante e alla fine della produzione e non in date previste, ma essere liberi di farlo in qualunque momento, e comunque in quelli più opportuni. Infine, non serve inasprire con le multe, ma lavorare con il sistema dei controlli. Noi denunciamo le aziende che troviamo in fallo, quando effettuiamo controlli accurati anche prima della produzione, ma se poi la regolamentazione sul prodotto finito permette di eludere le percentuali, causa un decreto precedente, il nostro lavoro è inutile. E’ come se la polizia durante un furto, punisse un ladro colpendolo con dei fiori e facendo un rimprovero. Bisogna aumentare gli organismi di controllo

Dr Maugeri qual’è la sua esperienza all’estero?

Innanzitutto noi siamo fornitori di un servizio, non produciamo direttamente, ma se si vuole sviluppare l’economia all’estero bisogna farlo aiutando il sistema di produzione ad essere in linea con le direttive internazionali.
Noi seguiamo chi produce non colonizziamo. Bisogna produrre all’estero per creare all’estero, senza fare concorrenza ai prodotti europei. Noi operiamo grazie ad accordi internazionali

Ecogruppo Italia certifica le produzioni alimentari biologiche secondo i seguenti standard: Biologico UE, Deliant, Bio Suisse.
Segue la Normativa dell’Unione Europea sul regolamento CE 834/2007 e sul successivo regolamento CE 889/2008. In Italia il regolamento CE 834/2007 è stato recepito tramite il Decreto Ministeriale 18354/2009, analogamente il continuo evolversi della normativa nazionale sarà possibile tramite il portale www.sinab.it

In Italia le battaglie sono sul campo del nuovo DDL – Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare e dell’acquacoltura effettuate con metodo biologico – in uscita dalla 9a Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato.

Dr Maugeri quali sono le proposte che porterete avanti?

A partire da gennaio le proposte vertono su due fattori: il primo rendere più flessibile la burocrazia; secondo operare in sinergia con il sistema delle organizzazioni che operano sulle certificazioni e direttamente sui controlli, con maggiore possibilità di essere autorevoli in materia di contestazioni. Inoltre, non dimentichiamo mai che per fare un prodotto biologico ci vuole tempo.”

Articolo tratto da BioDiversitywar.it