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28 Apr 2018

Boom di giovani agricoltori: i 10 consigli per avere successo

Il ritorno alla terra: 30mila giovani hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea, al di là di ogni previsione. Sicilia e Puglia le regioni con più domande. Più di 45mila gli iscritti alle scuole superiori di agraria, +36% rispetto a cinque anni fa

Sono quasi 30mila i giovani italiani che nel 2016/2017 hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea, una “corsa alla terra” che Coldiretti definisce come «ritorno epocale, che non avveniva dalla rivoluzione industriale»: le domande presentate superano superano già circa il 44% le previsioni per l’intera programmazione fino al 2020. Il 61% di questi giovani risiede al Sud e nelle isole, il 19% al Centro Italia e il restante 20% al Nord. La Sicilia e la Puglia cono le prime due regioni, con 4.700 e 4.540 domane presentate, contro le 39 della Valle d’Aosta. I dati sono contenuti nello studio della Coldiretti “Ritorno alla Terra” presentato al primo “Open Day dell’agricoltura”, che consentiva di vivere un giorno da contadino in corso a Bari. Il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, ha evidenziato che «il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia per chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per giovani istruiti e con voglia di fare tanto».

Per sostenere gli aspiranti colleghi imprenditori, i giovani della Coldiretti hanno costituito anche una speciale task force che opera a livello territoriale con tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito. Ecco quali sono le 10 mosse per avere successo.

LE DIECI REGOLE D’ORO DI COLDIRETTI PER IL SUCCESSO NEI CAMPI

  1. Avere un’idea chiara di quello che si vuole fare
  2. Studiare territorio, mercati e normative
  3. Progettare un business plan
  4. Disegnare una mappa delle fonti di finanziamento
  5. Individuare la banca o il bando pubblico a cui rivolgersi
  6. Verificare le possibilità di accesso alle risorse
  7. Cercare con CreditAgri le garanzie per il finanziamento
  8. Presentare il progetto per accedere al credito bancario
  9. Presentare il progetto per accedere ai fondi pubblici
  10. Realizzare il progetto

Gli ostacoli? La burocrazia, che agli imprenditori agricoli – spiega Coldiretti – sottrae almeno 100 giorni di lavoro ogni anno, e il costo elevato della terra, visto che la terra arabile in Italia è la più cara d’Europa, con un prezzo medio di 40.153 euro all’ettaro e il record europeo di 108mila euro all’ettaro in Liguria. Le amministrazioni pubbliche secondo Coldiretti hanno in mano terreni agricoli per un valore di 9,9 miliardi: terre fertili, ma il più delle volte sottoutilizzate, in quanto prive di una conduzione imprenditoriale capace di valorizzarle adeguatamente, con idee e soluzioni che guardano al mercato. Secondo Coldiretti affidare questi terreni a giovani agricoltori toglierebbe alla Pubblica Amministrazione il compito improprio di coltivare la terra e avrebbe il vantaggio di rispondere alla domanda delle nuove generazioni, per le quali la mancanza di disponibilità di terreni da coltivare rappresenta il principale ostacolo all’accesso al settore.

Il ritorno alla terra è dimostrato anche da un altro dato record, il numero di studenti nelle scuole superiori di agraria in Italia: +36% negli ultimi cinque anni. I ragazzi che alle superiori che hanno scelto un percorso didattico legato alla terra sono 45.566 nell’anno scolastico 2017/18, il record del quinquennio. Un successo – spiega la Coldiretti – legato alla voglia di studiare qualcosa che unisca la pratica alla teoria, che insegni come si fanno le cose e come si possa costruire una carriera professionale a contatto con la natura grazie a un’esperienza che affianca lo studio sui libri al lavoro nelle stalle, nei caseifici, nei campi, nei laboratori. La prospettiva di un futuro è confermata anche dal fatto che nei 35 percorsi didattici negli istituti tecnici superiori (ITS) a livello nazionale si registra un tasso di occupati di oltre il 73% a un anno dal diploma secondo le elaborazioni Coldiretti sull’ultimo monitoraggio Indire/Ministero dell’Istruzione, con picchi che vanno dal 94,1% dell’Abruzzo all’88,9% del Veneto, dal 79,1% della Lombardia al 76,5% della Puglia, al 77,8% dell’Emilia Romagna o al 75% del Lazio.

Articolo tratto da Vita.it

21 Apr 2018

Agricoltura: 16 varietà grani antichi Sicilia in Registro nazionale

Il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali dà il via libera alla iscrizione di 14 varietà da conservazione di grano duro e 2 varietà di grano tenero, per complessivi 56 agricoltori responsabili del mantenimento in purezza, nel “Registro nazionale delle varietà da conservazione di specie agrarie e delle specie ortive”. Queste varietà di grani antichi si sommano alle 3 già presenti nel registro delle varietà da conservazione. Infatti, in aggiunta alle varietà di frumento duro Timilia reste nere e Perciasacchi, oggi si aggiungono Capeiti 8, Farricello, Tripolino, Timilia reste bianche, Scorsonera, Ciciredda, Paola, Urrìa, Russello, Gioia, Martinella, Biancuccia, Castiglione Glabro, e Bidì. Invece, per quanto riguarda il frumento tenero, alla Maiorca, si aggiungono le varietà Maiorcone e Romano. Il decreto ministeriale arriva a conclusione dell’iter istruttorio messo a punto dalla Commissione tecnico scientifica di valutazione istituita presso il Dipartimento regionale dell’Agricoltura e composta dal Crea (Consiglio per la Ricerca e l’Analisi in Agricoltura – ex Ense), dalla Stazione di Granicoltura per la Sicilia, dal Servizio Fitosanitario regionale, dall’Università di Palermo e Catania e dal Consorzio di Ricerca “Gian Pietro Ballatore”. «Ci sono tutte le premesse perché in Sicilia si possa costituire una filiera dei grani antichi tracciata in tutte le sue fasi a partire dall’utilizzo di sementi certificate – afferma l’Assessore regionale per l’Agricoltura Edy Bandiera – Il riconoscimento di dette varietà non può non tradursi in una forte ricaduta in termini di qualità e quindi di maggiore rendimento economico delle produzioni e allo stesso tempo i consumatori avranno le necessarie garanzie di prodotto, tutelati in tal modo da eventuali frodi».

Tratto da SiciliaRurale.it

20 Apr 2018

Agricoltura in Sicilia, sbloccati oltre dieci milioni di euro

Grazie alla quotidiana e serrata interlocuzione di queste  settimane, Agea ha predisposto un elenco di pagamenti pari a 10.669.01600 euro che interessano 3.154 beneficiari”. Lo scopo è quello di sbloccare risorse utili per l’agricoltura siciliana che “è ormai giunta al collasso”.

A dirlo, l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera. “Prendo atto che, anche se non nella tempistica proposta, parte degli impegni assunti da Agea cominciano ad essere rispettati. Siamo da subito al lavoro per sollecitare le altre misure relative alle annualità pregresse e restiamo vigili al fine di alleviare le difficoltà che vivono le nostre aziende in termini di acquisizione di risorse economiche, già maturate e che gli spettano di diritto”.

Nello specifico lo sblocco da parte dell’organismo pagatore nazionale Agea riguarda la Misura 13 del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) “Indennità compensativa a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici”.

Articolo tratto da IlSicilia.it